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Truffa Milionaria in Criptovalute: Cosa Sappiamo da San Marino

Un caso di truffa finanziaria ha scosso San Marino, coinvolgendo una donna di 61 anni che ha visto svanire i suoi risparmi in un investimento promesso come estremamente redditizio in criptovalute.

Le indagini condotte dalla Procura di Rimini hanno portato alla luce un raggiro ben congegnato, realizzato da tre donne accusate di aver sfruttato la vulnerabilità della vittima.

La storia si sviluppa in un contesto di condivisione spirituale all’interno di un gruppo di preghiera. Qui, le tre accusate avrebbero instaurato un legame con la donna, per poi introdurla a un investimento che si è rivelato essere una truffa. Secondo la Procura, la vittima avrebbe perso oltre 562.500 euro, un importo significativo che rappresenta i suoi risparmi di una vita.

Le modalità della truffa

Le tre donne, di età compresa tra i 56 e i 70 anni, avrebbero presentato un’opportunità di investimento in una società caraibica che operava senza autorizzazione in Italia. L’investimento era gestito tramite una piattaforma web, e i promettenti guadagni esorbitanti – fino al 500% – hanno attirato la vittima.

Il ruolo delle accusate

La donna di 56 anni di Tavullia si sarebbe spacciata per un funzionario di alto livello della società caraibica, mentre le altre due si sono presentate come esperte del settore, pronte a supportare la vittima nei suoi investimenti. Hanno convinto la 61enne a fornire le proprie credenziali per gestire gli investimenti a suo nome, rivelando così un piano ben orchestrato per appropriarsi dei suoi fondi.

L’inganno svelato

La truffa è stata scoperta grazie ai controlli della Guardia di Finanza, che ha messo in evidenza come le somme versate dalla donna siano state trasferite su conti non accessibili a lei. Inizialmente, la vittima ha trasferito 360.000 euro a una società di Perugia, seguita da un ulteriore versamento di 202.500 euro a una banca londinese.

La Procura di Rimini ha formalmente accusato le tre donne di truffa aggravata e violazione delle normative finanziarie italiane per aver proposto strumenti finanziari privi di autorizzazione. Un aspetto preoccupante è rappresentato dalla recidiva della donna di Tavullia, segnalata per reati simili negli ultimi cinque anni.

Il percorso legale

L’udienza preliminare è fissata per il 12 febbraio davanti al Gup di Rimini, dove le accuse saranno discusse e si valuterà la posizione delle imputate. Questo caso mette in evidenza non solo la vulnerabilità delle persone nei confronti delle truffe online, ma anche la necessità di una maggiore educazione finanziaria per prevenire simili situazioni in futuro.

La storia della donna di San Marino serve da monito: è fondamentale essere cauti quando si tratta di investimenti, soprattutto in un contesto così complesso come quello delle criptovalute, dove le promesse di guadagni facili possono nascondere truffe devastanti.

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