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Condono per le multe!

Nella manovra anti-crisi è stato inserito anche un piccolo condono riguardante le multe per le violazioni delle norme del Codice Stradale. In sostanza il condono funziona in questo modo: per aderire basta pagare la multa iniziale più un piccolo contributo, a patto che la contravvenzione risalga al 31 dicembre 2004. Il provvedimento è stato adottato per evitare che buona parte di queste multe, scaduti i 5 anni, potrebbero cadere in prescrizione, mentre grazie al condono i cittadini potranno estinguere il pripro debito senza incorrere nel pagamento degli interessi, ma solo versando un tasso del 4% per l’agente di riscossione a titolo di rimborso.
Il condono è stato voluto dal neo-assessore al Bilancio di Roma, Maurizio Leo.
Una bella casualità visto che è proprio il Comune di Roma a registrare gli arretrati più alti, visto che il Campidoglio ogni anno riesce a riscuotere poco meno del 50% delle sanzioni accertate, mentre sulla base dei bilanci la somma condonabile si aggirerebbe intorno ai 300 milioni di euro.
Secondo una stima del Sole 24 Ore in Italia ben una multa su due si perde per strada mentre i verbali che non vengono pagati causano buchi profondi nei bilanci comunali.
Tutti d’accordo quindi?
A quanto pare no, visto che alcuni Comuni italiani hanno fatto sapere di non essere d’accordo con un provvedimento che a loro parere “penalizzerebbe tutti quei cittadini onesti che pagano regolarmente le sanzioni e inoltre questo genere di misure alimenterebbe la sfiducia dei cittadini verso la politica”.
Una soluzione, questa del condono, che potrebbe allievare almeno in parte la spinosa questione delle multe-pazze che negli ultimi anni sono state elevate nei confronti di migliaia di automobilisti. E in prima linea su questo fronte ci sono le associazioni dei consumatori che ora reclamano ad alta voce il rimborso dei pagamenti di multe, in scia all’emissione di avvisi di pagamento errati ed illegittimi, che erano già stati onorati in passato. “Troppo spesso – dichiara l’Adiconsum – il Codice della Strada è utilizzato dai Comuni per fare cassa”.
L’associazione ricorda, così, agli automobilisti come, nel caso di ricezione di avvisi di pagamento per multe ingiuste, si possa presentare ricorso al Giudice di Pace oppure al Prefetto entro un termine massimo di sessanta giorni dalla notifica.
Invece, in generale l’attuale procedimento per contestare una multa prevede che entro 150 giorni la contravvenzione debba essere notificata al proprio domicilio, altrimenti cade in prescrizione. Poi, entro 60 giorni dal ricevimento della notifica, la multa dovrà essere pagata. Se, invece, ritenuta ingiusta si potrà presentare ricorso che – con relativa documentazione – va presentato al Prefetto o al Giudice di Pace. Ma nel caso di presentazione del ricorso al Prefetto, se la multa è confermata, la sanzione raddoppia.
Nel ricorso presentato è opportuno richiedere di essere ascoltati in modo da poter esporre in prima persona le motivazioni del ricorso stesso ai sensi dell’art. 203 del Codice della Strada. Il non accoglimento della richiesta (assenza di risposta) può essere motivo per invalidare la sanzione.
Infine, sulla lettera di notifica deve essere presente il nome del Responsabile del procedimento (legge 241/1990 sulla Trasparenza degli atti amministrativi). In caso contrario si può richiedere l’annullamento della sanzione. Trascorsi 30 giorni senza ricevere risposta a tale richiesta, sarà possibile sporgere denuncia per omissione di atti d’ufficio.

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