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Editoria, crisi nera

L’editoria sta vivendo un periodo di forte crisi. Il calo degli investimenti pubblicitari, unito alla riduzione delle vendite stanno mettendo in ginocchio il settore. E purtroppo le misure prese, come la riduzione dei costi di produzione, non appare sufficiente a chiudere il bilancio in pareggio.
E’ questo il quadro piuttosto nero tracciato dalla Fieg nel suo rapporto sulla stampa, nel quale si guarda con grande preoccupazione al bilancio 2009-2010, decisivo per il futuro della carta stampata.
Ma gli editori avvertono: “Non è pensabile aspettare che la crisi passi da sola, ma bisogna muoversi con urgenza e delineare un disegno coerente di intervento per restituire slancio al settore”.
Dal rapporto emerge inoltre un aumento delle perdite del 100% e una contrazione degli utili del 30% per i quotidiani. Numeri destinati a peggiorare nel 2009, in particolare per effetto della crisi degli investimenti pubblicitari. La fase recessiva è prevista in attenuazione solo nel 2010.
“Per il complesso delle società editrici di quotidiani nel 2008, quando la crisi ancora non aveva dispiegato i suoi terribili effetti” – ha detto il presidente della Fieg Carlo Malinconico all’Asssemblea nazionale – si rileva “un aumento delle perdite del 100% ed una contrazione degli utili del 30%.
E’ facile prevedere che i numeri peggioreranno ulteriormente nel 2009 se solo consideriamo che gli investimenti pubblicitari sui quotidiani nei primi due mesi di quest’anno sono diminuiti in media del 25%, con punte anche del 60% in alcuni giornali locali. Non va meglio per i pediodici, il cui quadro “non è significativamente diverso”.
Quali gli strumenti per la ripresa?
Nel rapporto la Fieg indica come misure indispensabili il credito agevolato per accelerare il meccanismo produttivo, il ripristino del credito d’imposta su carta e investimenti per stimolare innovazioni di processo e prodotto, nonché stimolare la crescita della domanda di prodotti editoriali attraverso la promozione della lettura in scuole e famiglie.

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