Secondo le ultime rilevazioni effettuate dal Barometro CRIF, infatti, nei primi nove mesi dell’anno la domanda di mutui da parte delle famiglie italiane ha registrato una crescita significativa, segnando un +16,4% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Non sono solo i nuovi acquisti a trainare il settore. Un segnale inequivocabile di dinamismo arriva dal fronte delle surroghe, ovvero la portabilità del mutuo che consente di trasferire il debito residuo da una banca all’altra per ottenere condizioni migliori. Nel primo semestre del 2025, le richieste di surroga hanno subito un’impennata del +46,2%. Questo boom testimonia una maggiore consapevolezza finanziaria da parte dei consumatori, pronti a cogliere le opportunità offerte dalla concorrenza tra istituti di credito per abbattere la quota interessi o modificare la tipologia di tasso.
Questa ripresa generalizzata evidenzia un ritorno della fiducia tra le mura domestiche, con le famiglie italiane che tornano a pianificare con orizzonti di lungo periodo. Sostenuti da condizioni macroeconomiche che appaiono più favorevoli e da un’offerta bancaria che si sta ricalibrando sulle esigenze reali dei cittadini, i richiedenti si muovono oggi con maggiore sicurezza verso la realizzazione dei propri progetti abitativi.
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Chi richiede un mutuo oggi: profili e comportamenti
Analizzando nel dettaglio i dati forniti dal CRIF, emerge un identikit ben preciso di chi si avvicina oggi allo sportello bancario (o digitale) per richiedere un mutuo. La fotografia demografica dei richiedenti mostra una netta prevalenza delle generazioni più giovani e attive lavorativamente.
La fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni rappresenta infatti la percentuale maggiore della domanda, coprendo ben il 63% del totale delle richieste. Si tratta prevalentemente di una piccola parte della Generazione X, dei Millennials e della Generazione Z più adulta, spesso alle prese con l’acquisto della prima casa, un passo fondamentale per l’indipendenza e la costruzione del nucleo familiare.
Segue, con una quota comunque rilevante del 31,5%, la fascia d’età tra i 45 e i 64 anni. In questo segmento rientrano spesso profili più consolidati economicamente, interessati magari a un cambio abitativo per migliorare la qualità della vita, all’acquisto di una seconda casa per le vacanze o a investimenti immobiliari a scopo di rendita. È interessante notare come la domanda sia trainata da esigenze reali e concrete, piuttosto che da speculazioni finanziarie.
Un altro dato fondamentale riguarda la durata dei piani di ammortamento. Quasi un mutuo su due, oggi, viene stipulato con una durata superiore ai 25 anni. Questa tendenza risponde a una logica precisa: alleggerire il peso della rata mensile sul bilancio familiare. In un contesto in cui il costo della vita è aumentato, mantenere una rata sostenibile è diventata la priorità assoluta, anche a costo di pagare interessi per qualche anno in più. Per quanto riguarda gli importi richiesti, invece, la fascia che va per la maggiore si attesta tra i 100.000 e i 150.000 euro.
Sul fronte dei tassi, infine, vince la prudenza, con la scelta del fisso che rimane largamente prevalente. Questo perché le famiglie italiane, scottate dalle recenti volatilità, preferiscono la certezza di una rata costante nel tempo, blindando il proprio budget contro eventuali scosse future dei mercati finanziari. Si tratta di un approccio orientato alla stabilità economica e alla serenità psicologica.
Come scegliere un mutuo oggi: l’importanza della comparazione
Orientarsi correttamente nel mercato dei mutui rimane naturalmente fondamentale per individuare la soluzione più indicata per le proprie esigenze.
Oltre ai prodotti a tasso fisso che, come abbiamo visto, sono il punto di riferimento per chi non vuole sorprese, è infatti possibile scegliere tra quelli a tasso variabile, che espongono il contraente alle fluttuazioni dell’Euribor, risultando adatti a chi ha una maggiore propensione al rischio o prevede una discesa dei tassi nel breve-medio periodo. Esistono poi soluzioni ibride, come il mutuo a tasso misto o con cap (tetto massimo), che cercano di bilanciare i vantaggi delle due tipologie principali.
In fase di valutazione, è importante tenere in considerazione innanzitutto il TAN (tasso di interesse nominale) e il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), che include tutte le spese accessorie come perizie, istruttorie e polizze assicurative obbligatorie. Altri criteri decisivi sono la flessibilità del piano, la possibilità di saltare una rata in caso di difficoltà e le condizioni per un’eventuale surroga o rinegoziazione futura.
Per esaminare nel dettaglio tutti questi aspetti in modo agevole, è possibile rivolgersi a portali di comparazione specializzati come https://www.mutui.it/, che permettono di mettere a confronto direttamente online le proposte dei principali istituti di credito attualmente disponibili sul mercato creditizio, a fronte di un servizio del tutto gratuito.
In questo modo è possibile simulare il piano di ammortamento e di valutare rapidamente le condizioni più vantaggiose, consentendo all’utente di pianificare la propria scelta in modo consapevole e informato, risparmiando tempo e, soprattutto, denaro.
Le garanzie richieste: come si valutano oggi affidabilità e rischio
Se da un lato la domanda cresce, dall’altro le banche mantengono un atteggiamento di attenta valutazione del rischio.
Il primo aspetto che continua a essere monitorato rimane, indubbiamente, la stabilità lavorativa. Il contratto a tempo indeterminato è ancora il lasciapassare migliore, ma stanno aumentando le possibilità anche per i lavoratori autonomi e le partite IVA, purché possano dimostrare una continuità di reddito solida attraverso le dichiarazioni dei redditi degli ultimi anni.
Il rapporto rata/reddito è il parametro tecnico più rigido: le banche, infatti, tendono a non concedere finanziamenti se la rata supera il 30-35% del reddito netto disponibile del nucleo familiare. Questo serve a tutelare sia l’istituto che il cliente dal rischio di sovraindebitamento. Spesso, per rafforzare la pratica, viene richiesta la presenza di un garante o coobbligato, una figura terza che si impegna a intervenire in caso di insolvenza del richiedente principale, una prassi comune soprattutto per i mutui richiesti dai più giovani.
Un ruolo cruciale è giocato dal merito creditizio e dalla consultazione delle banche dati. Questo perché, prima di erogare un mutuo, la banca verifica la storia finanziaria del cliente: eventuali ritardi nei pagamenti di prestiti passati, rate non saldate o protesti possono compromettere irrimediabilmente l’esito della richiesta. Al contrario, un passato di pagatore puntuale è un ottimo biglietto da visita che può persino facilitare la negoziazione delle condizioni.
Un Paese che continua a progetta il proprio futuro
Il 2025 si sta dunque chiudendo come l’anno della ripresa strutturale per il mercato dei mutui in Italia. L’incremento a doppia cifra delle richieste e il boom delle surroghe raccontano di un Paese che non rinuncia a progettare il proprio futuro, nonostante le sfide globali.
Acquistare casa, del resto, da sempre non è solo una transazione economica, ma il primo passo per costruire progetti di vita duraturi e sostenibili, e i dati di quest’anno confermano che gli italiani sono pronti a compierlo con rinnovato ottimismo.
