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Utili e tassazione delle banche italiane nel 2024: un quadro allarmante
Nel 2024, le banche italiane hanno segnato un utile netto di ben 46,5 miliardi di euro, versando al fisco 11,2 miliardi. Questo porta a un tax rate effettivo del 24,2%. Ma ti sei mai chiesto se questa situazione sia giusta? Considerando che le piccole e medie imprese (PMI) affrontano un carico fiscale che supera il 60% dei loro utili, appare evidente che la pressione fiscale sulle banche è nettamente più favorevole. È un tema che merita attenzione, non credi?
Performance del settore bancario nel 2024
Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, nel 2024 il fatturato complessivo delle banche italiane ha toccato i 110,1 miliardi di euro, con un margine d’interesse da attività di prestito pari a 64,4 miliardi. Questo è un segnale di crescita che si è consolidato negli ultimi sette anni, durante i quali il sistema bancario ha accumulato utili netti per 162 miliardi, versando imposte per un totale di 33,9 miliardi. La pressione fiscale media del settore negli ultimi sette anni è stata del 20,9%. Ti rendi conto della disparità rispetto alle PMI?
In media, le banche italiane incassano annualmente 89,5 miliardi di euro, di cui 47,3 miliardi provengono dall’attività creditizia. Gli utili netti annuali si attestano a 23,1 miliardi, con imposte versate di 4,8 miliardi. Questo confronto mette in evidenza una differenza significativa rispetto alle PMI, che si trovano a dover affrontare un carico fiscale molto più pesante. Come possono le piccole imprese competere in un contesto così sbilanciato?
Confronto con le piccole e medie imprese
Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa, ha messo in luce l’inequità della pressione fiscale tra il settore bancario e le PMI. “Siamo di fronte a una pressione fiscale assai distante e più leggera rispetto a quella che grava sul sistema produttivo nazionale,” ha sottolineato. Questo squilibrio ci fa riflettere sulla sostenibilità di un’imposizione così ridotta su un settore tanto redditizio, soprattutto in un momento in cui il Paese fatica a finanziare servizi essenziali come welfare, scuola e infrastrutture. Non è ora di rivedere queste politiche fiscali?
Dal 2018 al 2024, il sistema bancario ha incassato 626,3 miliardi di euro, con costi operativi di 391,3 miliardi. Il margine d’interesse ha raggiunto 331,2 miliardi, rappresentando oltre la metà del fatturato complessivo del settore. Ciò porta a riflettere sull’equità del sistema fiscale italiano, in cui le banche beneficiano di un trattamento fiscale più favorevole rispetto alle PMI. Come possiamo garantire un sistema più giusto?
Considerazioni finali sull’equità fiscale
Analizzando i dati economici, emergono tre punti chiave: un’elevata redditività netta, una pressione fiscale contenuta e l’effetto leverage regolamentare. Le banche hanno ampliato il margine tra ricavi e costi, in particolare grazie all’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla BCE. Questo ha incrementato i profitti sulle attività di credito senza incidere proporzionalmente sui costi. È giusto che le banche prosperino in questo modo mentre le PMI lottano per sopravvivere?
Inoltre, la capacità di generare alti utili con un’imposizione ridotta potrebbe derivare dall’uso di strumenti agevolati o dalla riassunzione di perdite fiscali pregresse. Queste pratiche sollevano interrogativi di equità e giustizia fiscale, evidenziando l’urgenza di un confronto serio su come redistribuire il carico fiscale in modo più equo tra tutti gli attori economici del Paese. Non credi che sia giunto il momento di cambiare le regole del gioco?