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Conflitto Israele-Iran e le sue conseguenze economiche in Italia

Il recente conflitto tra Israele e Iran ha acceso un campanello d’allarme a livello globale.

Ma che impatto ha avuto, finora, sui prezzi dei carburanti in Italia? A differenza di quanto accaduto durante la guerra tra Russia e Ucraina, che portò a un’impennata dei costi della benzina e del diesel, le prime stime mostrano un leggero ribasso delle quotazioni petrolifere. Tuttavia, il contesto economico per le imprese italiane potrebbe complicarsi. Si prevede infatti un incremento delle bollette di luce e gas che potrebbe raggiungere la cifra stratosferica di 13,7 miliardi di euro.

Le conseguenze del conflitto

Consideriamo un dato fondamentale: l’Iran non ha la stessa capacità produttiva della Russia. Attualmente, il mondo estrae circa 103 milioni di barili di petrolio al giorno, di cui l’Iran contribuisce con soli 3,8 milioni, mentre la Russia è responsabile di 11,2 milioni. Questo scarto è cruciale per capire perché un’escalation del conflitto potrebbe non portare immediatamente a un aumento dei prezzi del petrolio. Tuttavia, una chiusura dello Stretto di Hormuz – attraverso il quale transita circa il 30% del petrolio mondiale – potrebbe scatenare un vero e proprio choc petrolifero. Ti sei mai chiesto come una singola rotta marittima possa influenzare i mercati globali?

Un portavoce della Cgia ha dichiarato: “Di fronte all’orribile tragedia della guerra – che provoca morti, feriti, distruzione e miseria – parlare di effetti economici in Paesi come il nostro, che si trovano a 3.500 chilometri dal conflitto, rischia di essere cinico e irrispettoso, in particolare nei confronti delle vittime di questo dramma.” È un richiamo alla sensibilità in un tema, quello dei rincari energetici, che merita un’attenzione particolare e rispettosa.

Aumento delle bollette per le imprese italiane

Il rapporto dell’Ufficio studi della Cgia è chiaro: sebbene gli aumenti delle bollette non siano direttamente legati al conflitto in Medio Oriente, le imprese italiane non possono sottrarsi a costi nettamente più elevati. Si prevede che nel 2025 il totale degli aumenti raggiunga i 13,7 miliardi di euro, con ben 8,8 miliardi, pari al 64% del totale, che graveranno sulle aziende del Nord Italia, dove si concentra la maggior parte della produzione. Ti sei mai chiesto come queste cifre possano influenzare il tuo lavoro quotidiano o il tuo investimento?

Le regioni più colpite da questi rincari saranno la Lombardia, che affronterà un aggravio di 3,2 miliardi di euro, seguita dall’Emilia Romagna e dal Veneto. Invece, le piccole regioni come la Basilicata e il Molise subiranno aumenti molto più contenuti, con variazioni minime rispetto ai loro costi attuali.

I settori più a rischio

Se le bollette elettriche continuano a salire, alcuni settori rischiano di trovarsi in una posizione critica. Le industrie ad alta intensità energetica, come quelle della metallurgia, del commercio e dei servizi, insieme ai comparti alimentari e della ristorazione, sono tra i più vulnerabili. Le imprese gasivore, invece, potrebbero subire le conseguenze più gravi, con settori come l’estrazione mineraria, la lavorazione alimentare e la fabbricazione di prodotti tessili e chimici sotto pressione.

La situazione è in continua evoluzione e gli sviluppi futuri dipenderanno dall’andamento del conflitto e dalle decisioni politiche a livello globale. In questo contesto incerto, le imprese italiane dovranno prepararsi a navigare in acque tempestose, monitorando attentamente gli eventi per affrontare al meglio questa crisi. Sei pronto a scoprire come queste dinamiche possano influenzare le tue scelte di investimento?

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