Recentemente, le azioni di Monte dei Paschi di Siena (Mps) e Mediobanca hanno subito pesanti flessioni nel mercato azionario.
Questo fenomeno è stato innescato da un’inchiesta della Procura di Milano che coinvolge nomi di spicco, come l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e il presidente di Luxottica, Francesco Milleri. La situazione ha generato preoccupazioni tra gli investitori, portando a significative perdite di capitalizzazione.
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Le perdite in borsa
Secondo le stime, Mps ha visto bruciare circa 1,8 miliardi di euro in valore di borsa, mentre Mediobanca ha perso intorno ai 300 milioni di euro. L’azione di Mps è passata da 8,75 euro a 8,15 euro, registrando una diminuzione del 6,8%. Mediobanca, d’altra parte, ha visto il suo valore scendere da 17,16 euro a 16,72 euro, con una perdita del 2,5%.
Il contesto dell’inchiesta
Il fulcro dell’inchiesta riguarda un presunto accordo illegittimo che avrebbe facilitato l’acquisizione di Mediobanca da parte di Mps. Le autorità giudiziarie hanno ipotizzato reati di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza. Le indagini hanno rivelato che Caltagirone e Lovaglio, amministratore delegato di Mps, avrebbero collaborato per orchestrare un’operazione da 13,5 miliardi di euro che ha portato Mps a ottenere il controllo di Mediobanca, principale azionista di Generali.
Le reazioni del mercato e degli esperti
La reazione del mercato è stata immediata e negativa, con gli analisti che avvertono di un possibile deterioramento della credibilità delle istituzioni finanziarie italiane. Pietro Calì, un esperto di finanza, ha sottolineato che il caso potrebbe avere ripercussioni più ampie sulle azioni di Mps e Mediobanca, in quanto la fiducia degli investitori è stata compromessa. Tuttavia, ha aggiunto che non ci si aspetta un cambiamento radicale nella gestione interna di Mps.
Prospettive future
È fondamentale notare che, nonostante le difficoltà attuali, l’aggregazione tra Mps e Mediobanca è destinata a rimanere in piedi. Le istituzioni coinvolte dovranno affrontare delle sanzioni e far fronte a danni d’immagine, ma l’analisi suggerisce che il percorso intrapreso non potrà essere invertito. Lovaglio, infatti, è chiamato a presentare una strategia integrata alla Banca Centrale Europea entro il marzo 2026.

