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Nel 2025 cambiano i requisiti per la Naspi e la disoccupazione in Italia

Nel 2025 sono entrati in vigore nuovi requisiti riguardanti la Naspi, l’indennità di disoccupazione, volti a prevenire possibili abusi.

Queste modifiche sono particolarmente mirate a contrastare pratiche illecite, come quelle di lavoratori che, dopo aver rassegnato le dimissioni da un impiego fisso, si fanno assumere da aziende compiacenti per poi essere licenziati e ottenere così l’assegno di disoccupazione. L’Inps ha specificato che per ricevere la Naspi, un lavoratore deve aver accumulato almeno 13 settimane di contributi nel suo ultimo impiego prima della cessazione del lavoro.

Requisiti per l’accesso alla Naspi

Secondo le nuove direttive dell’Inps, per poter richiedere la Naspi in seguito a una cessazione involontaria del lavoro, il richiedente deve dimostrare di avere almeno tredici settimane di contribuzione dall’ultimo evento di cessazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, interrotto per dimissioni o risoluzione consensuale, se questa è avvenuta nei dodici mesi precedenti la cessazione involontaria. Questo significa che chi si dimette senza giusta causa e poi viene licenziato non potrà contare su questa indennità se non ha rispettato il requisito di contribuzione.

Eccezioni alle nuove regole

Le nuove regole escludono alcune situazioni specifiche, come le dimissioni per giusta causa o quelle avvenute durante il congedo di maternità o paternità. In particolare, nel caso di trasferimento a una sede di lavoro distante oltre 50 chilometri dalla residenza del lavoratore, il trasferimento stesso non deve essere giustificato da ragioni tecniche, amministrative o produttive, altrimenti il lavoratore può rifiutarsi di trasferirsi senza perdere il diritto alla Naspi.

Accesso alla Naspi in caso di risoluzione consensuale

È importante sapere che, in caso di risoluzione consensuale del contratto, il lavoratore può accedere alla Naspi se si rifiuta di trasferirsi nella nuova sede. Tuttavia, questo è valido solo se il trasferimento comporta una distanza superiore a 50 chilometri dalla residenza o se il viaggio richiede più di 80 minuti utilizzando i mezzi pubblici. La tutela del lavoratore è quindi garantita anche in queste circostanze, consentendo di mantenere il diritto all’indennità.

Settimane utili per il calcolo della Naspi

Infine, tutte le settimane di lavoro retribuite sono considerate utili ai fini del calcolo della Naspi, purché venga rispettato il requisito minimo di contributi. È fondamentale tenere sotto controllo la propria posizione contributiva per evitare di incorrere in problemi al momento della richiesta dell’indennità. I lavoratori sono invitati a consultare periodicamente il proprio estratto conto contributivo per assicurarsi di avere tutte le settimane necessarie.

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