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Prada acquisisce Versace: una mossa strategica per la crescita sostenibile

Il panorama del lusso si arricchisce con l’acquisizione di Versace da parte di Prada, un’operazione da 1,25 miliardi di euro che si concluderà il 2 dicembre.

Questa mossa segna un passo significativo per il gruppo, che si prepara a integrare il marchio della Medusa, senza però pianificare ulteriori acquisizioni nel breve termine.

Andrea Guerra, amministratore delegato di Prada, ha dichiarato che l’attenzione sarà rivolta esclusivamente a Versace per i prossimi tre anni. La priorità sarà quella di mantenere l’originalità di entrambi i marchi, riconoscendo l’unicità di Versace nel contesto del lusso contemporaneo, caratterizzato da un forte legame con la cultura pop e l’iconografia delle supermodelle.

Strategie di integrazione e sviluppo

Lorenzo Bertelli, direttore marketing e responsabile della corporate social responsibility, assumerà anche il ruolo di presidente esecutivo di Versace. Questa nuova posizione lo vedrà affiancare Guerra nella gestione del marchio, assicurando una transizione fluida e mirata al rafforzamento e alla crescita del brand.

Negli ultimi anni, Prada ha investito oltre 200 milioni di euro nella propria struttura industriale, un impegno che continua con circa 40 milioni destinati all’internalizzazione di processi produttivi strategici. L’azienda prevede anche un ulteriore investimento di 60 milioni per l’espansione di stabilimenti di pelletteria e potenziamento di siti storici, come quello di Church’s a Northampton. Questa attenzione alla formazione e all’artigianato è fondamentale per il gruppo, che punta a mantenere elevati standard di qualità.

Espansione della capacità produttiva

Prada non desidera aumentare il numero di punti vendita, preferendo adottare una crescita organica e sostenibile. L’obiettivo di raggiungere un fatturato aggregato di 8 miliardi di euro rimane un traguardo a lungo termine, e l’integrazione di Versace è considerata un catalizzatore per accelerare questo processo. Guerra ha descritto l’acquisizione come un elemento che potenzia ulteriormente le capacità del gruppo, contribuendo a costruire una macchina più efficiente.

Il futuro del Made in Italy e la sostenibilità

Lorenzo Bertelli, parlando della sua nuova posizione, ha sottolineato l’importanza di possedere fabbriche e di mantenere un controllo diretto sulla produzione. Questa filosofia, radicata nella storia della famiglia Prada-Bertelli, è stata cruciale per affrontare le sfide del settore e garantire una filiera produttiva pulita e responsabile.

Il gruppo Prada ha sempre creduto nell’importanza della produzione interna, e Bertelli afferma che l’80% del lavoro nello stabilimento di Scandicci è artigianale. Questo approccio non solo garantisce qualità, ma contribuisce anche a preservare l’heritage del Made in Italy, un aspetto che l’azienda considera fondamentale per il suo successo.

Innovazione e responsabilità sociale

Per il 2025, Prada prevede di continuare a investire in innovazione e sostenibilità. Gli investimenti includono l’espansione di stabilimenti esistenti e la creazione di nuovi poli produttivi, come quello per la maglieria a Gubbio. Queste iniziative sono parte di una strategia più ampia, volta a garantire che il gruppo rimanga competitivo e rilevante nel mercato globale del lusso.

Guerra ha osservato che, nonostante i recenti rallentamenti nel settore, non è il momento di allarmarsi. La crescita è stata una costante negli ultimi due decenni, e chi lavora con impegno e dedizione avrà sicuramente la possibilità di raccogliere i frutti del proprio lavoro. La chiave per il successo è l’abilità di comunicare con il consumatore e mantenere un prodotto di alta qualità e innovativo.

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