Il 28 aprile si è tenuta l’assemblea degli azionisti di Diasorin, e l’atmosfera era tesa.
Un forte dissenso ha caratterizzato la discussione sui compensi e i bonus previsti per il 2024. La storica azienda di diagnostica, sotto il controllo della famiglia torinese Denegri, ha visto la sua politica di remunerazione messa sotto esame da alcuni dei più importanti fondi internazionali. Ma cosa significa tutto questo per il futuro della compagnia e per gli investitori?
Il contesto dell’assemblea
Durante la riunione, i punti riguardanti l’approvazione del bilancio per il 2024 e la distribuzione dei dividendi sono stati accolti con un’ampia approvazione. Tuttavia, le proposte relative alla “Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti” hanno acceso un dibattito acceso. Solo 66,7 milioni di azioni hanno votato a favore, pari all’84,5% dei partecipanti, mentre oltre 12,1 milioni di titoli (15,4%) si sono espressi contro. Un dato che non può passare inosservato.
Tra i fondi che hanno votato contro, nomi illustri come Allianz, BlackRock, JP Morgan e Vanguard hanno messo in luce una crescente preoccupazione per la gestione dei compensi all’interno di Diasorin. La tensione è aumentata ulteriormente durante la votazione del piano di incentivazione “Equity Awards Plan 2025-2028”, con il numero di azioni contrarie salito a 12,3 milioni, pari al 15,6% del capitale votante. Ma perché tanta opposizione?
Le reazioni ai compensi proposti
La reazione dei fondi è stata inequivocabile: il disaccordo emerge in un momento in cui la trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per la fiducia degli investitori. Le critiche non si limitano solo agli importi proposti, ma riguardano anche la tempistica di presentazione dei compensi, in un contesto economico che richiede prudenza e lungimiranza. Non è un caso che molti si interrogano su come la società possa giustificare tali compensi ai propri investitori, soprattutto in un settore così competitivo come quello della diagnostica.
I rappresentanti dei fondi sostengono che la politica di remunerazione di Diasorin non rispecchia le attuali sfide del mercato e non premia adeguatamente gli azionisti. E tu, cosa ne pensi? È giusto che i dirigenti guadagnino così tanto in un periodo di incertezze economiche?
Prospettive future per Diasorin
Con la crescente pressione da parte degli azionisti e dei fondi internazionali, Diasorin potrebbe trovarsi costretta a rivedere la sua politica di remunerazione. Le decisioni future non solo influenzeranno la fiducia degli investitori, ma anche la reputazione dell’azienda. Il consiglio di amministrazione, guidato da Michele Denegri e dall’amministratore delegato Carlo Rosa, dovrà trovare un delicato equilibrio tra le legittime aspettative dei dirigenti e le richieste degli azionisti per una maggiore trasparenza. Sarà un compito arduo, ma necessario.
In conclusione, la situazione attuale di Diasorin rappresenta un caso emblematico di come le politiche interne di compenso possano influenzare le dinamiche di governance e la relazione con gli investitori. La pressione esercitata dai fondi internazionali potrebbe aprire la strada a un cambiamento necessario, allineando gli interessi della dirigenza con quelli degli azionisti. E chissà, magari questo sarà l’inizio di una nuova era per l’azienda torinese.